Pubblicato nel 2021, La tigre di Noto, è una brevissima biografia romanzata di Anna Maria Ciccone – detta Marianna – matematica e fisica italiana la cui storia, fino a qualche anno fa, era pressoché sconosciuta.
La sua storia nasce dalla scoperta di una lettera da parte del dottor Mario Piccolino, neurofisiologo sperimentale, che si è imbattuto casualmente nella vicenda della Ciccone leggendo, nel corso di studi destinati ad altro scopo, una lettera spedita il 7 ottobre 1944 «Alla Sig.na Prof. Marianna Ciccone» dal rettore della Normale. Il professore decide di approfondire le notizie intorno a quel nome e trova un articolo scientifico, in inglese, nel quale si legge di Marianna Ciccone che nell’estate del ’44 si rifiutò di abbandonare l’edificio della Normale di Pisa. I tedeschi fecero esplodere un’ala dell’edificio e razziarono i migliori strumenti di ottica, “quando Marianna vide questo, si precipitò sui soldati tutta infuriata, come una tigre difenderebbe la sua prole, lasciando loro l’alternativa tra uccidere lei lì sul posto, o rinunciare alla razzia. ”
Nel 2019 la scrittrice Simona Lo Iacono – della quale avevo già letto e amato Le streghe di Lenzevacche – conosce la storia di Anna Maria Ciccone grazie alla collega Rina Rossitto (avvocato e attrice) che proprio in quei giorni stava recitando un monologo che parlava di una donna poco conosciuta della sua città, Noto, ma che tutti chiamavano La tigre di Noto.
Alla Sig.na MARIANNA CICCONE
Sono a conoscenza degli avvenimenti che hanno travagliato, durante la dominazione tedesca, l’Istituto di Fisica e so quale parte Ella, nella sua qualità di Aiuto, unico del personale sempre presente, abbia avuto nel proteggere gli interessi dell’Istituto e dell’Università, anche quando il suo fermo contegno avrebbe potuto cagionarLe serie coneguenze. Non posso fare a meno di porgerLe il vivo ringraziamento dell’Università e mio particolare e di tributarLe il mio incondizionato encomio.
IL RETTORE
7 ottobre 1944
Luigi Russo
LA TIGRE DI NOTO
di Simona Lo Iacono
Editore: Neri Pozza
Anno 1ª edizione: 26 aprile 2021
176 pagine
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Quando entrai in aula e presi posto, gli interrogativi pressavano, ghermivano l’aria, svolavano sulle teste degli studenti.
Finsi di non accorgermene e feci attenzione a calare la veletta fino al naso, in modo da nascondere quel mio segno innopportuno.
Il professore entrò, salutò, ci contò velocemente.
Si soffermò su di me e sorrise.
Ero l’unica donna.
Nata a Noto nel 1891, Anna Maria Ciccone mostra subito la sua passione per la matematica e la fisica al punto da decidere, contro il volere della famiglia, di continuare gli studi dopo il diploma. Nel 1919 infatti si laurea alla Normale di Pisa in Matematica e nel 1924 consegue una seconda laurea in Fisica lavorando, fino al pensionamento, come docente e ricercatrice.
La Ciccone affrontò nella sua vita molte sfide, non solo l’ostracismo nei confronti di una donna che decide di studiare e per di più in un ambiente prevalentemente maschile – abbracciando e sostenendo inoltre le recenti e rivoluzionarie teorie di Einstein – ma anche l’avvento delle dittature in Europa, delle leggi razziali e della Seconda Guerra Mondiale. Ed è proprio in questo insieme di eventi che si compie lo straordinario impegno della Ciccone: la Germania chiedeva il depredamento delle biblioteche ebraiche e universitarie allo scopo di privare il popolo ebraico dei propri libri e, dunque, della propria identità ed esistenza. Per questo nell’estate del 1944 quando ormai le lezioni in tutti gli atenei italiani erano state sospese e gli atenei erano ormai completamente vuoti, Marianna Ciccone, che non aveva vincoli parentali, decise di abitare quotidianamente in un’ala della Normale sottraendo e nascondendo giornalmente tutti i libri che presto sapeva sarebbero stati razziati.
Iniziai a pensare i libri.
Ti portavo alla biblioteca della Normale tutti i giorni, prelevo alcuni volumi e li trasferivo nel campo in cui avevo seppellito quelli della Cate.
Tu mi aiutavi ad avvolgerli nel gionale…
[…]Chiudevamo nella carta volumi del Cinquecento, codici miniati, la Torah, il Pentateuco. Un’intera collezione di salmi frusciò sotto le tue mani. Le miniature accendevano di colore la stanza. Tra una pagina e l’altra inserivamo cartoni per preservarli dal fango.
La cosa più difficile era far uscire i libri dalla biblioteca senza dare nell’occhio. La Gestapo si aggirava tra le strade in drappelli.
La storia di Marianna Ciccone è rimasta sconosciuta per anni eppure il suo impegno e la volontà di custodire i libri sacri alla cultura ebraica – nonostante lei non fosse ebrea – è venuta alla luce solo negli ultimi anni. La dottoressa Ciccone non solo sopravvisse alla guerra ma negli anni successivi continuò il suo lavoro alla Normale, negli anni ’50 compì un anno di studi alla Sorbona di Parigi e nel 1962 decide di ritornare a Noto, sua città natale, dove morì nel 1965.
La sua storia, specialmente in queste poche pagine, viene romanzata e alcune lacune colmate con la fantasia della scrittrice , questo però rende La tigre di Noto un libro ancora più interessante perché vuol dire che c’è ancora molto da scoprire su questa silenziosa ma straordinaria donna.
Dovetti ricorrere alla collaborazione degli studenti e finalmente,con un sistema di derivazioni elettriche, riuscii a innestare la cinepresa alla mia lente.
Il successo fu insperato.
Vedemmo danzare gli atomi sotto i nostri occhi, riuscimmo a riprenderli mentre si associavano in modi impensabili. Non sembravano particelle di materia, ma bolle esasperate e contrite che si piegavano le une al perdono delle altre.
Era stupefacente.
Dentro le cose inanimate vivevano mondi che stringevano alleanze, che si piegavano al mistero del mondo.
Nel 2016 l’Università di Pisa ha ricordato l’impegno straordinario della dottoressa Ciccone in una cerimonia commemorativa al termine della quale è stata apposta una targa in suo onore.
Se amate le biografie (più o meno romanzate), la Storia, i personaggi poco conosciuti che però hanno avuto un ruolo all’interno di quella Storia allora La tigre di Noto è un libro essenziale.
Un pensiero riguardo ““LA TIGRE DI NOTO” di Simona Lo Iacono”