“DONNE DELL’ANIMA MIA” di Isabel Allende

Ogni anno attendo l’uscita dell’ultimo romanzo di Isabel Allende con grande trepidazione e quest’anno è stato molto più emozionante. Nonostante avessi già deciso di acquistarlo, non ho resistito quando una libreria della mia città ha annunciato la vendita delle copie autografate. Mi sono allora precipitata in libreria guadagnandomi anche il codice d’accesso per assistere alla presentazione on line del libro. Ho avuto, quindi, anche il piacere di ascoltare dalla viva voce della scrittrice la genesi del romanzo. E’ stata pura emozione!

Non esagero quando dico che sono femminista dai tempi dell’asilo, da prima che questo concetto entrasse nella mia famiglia.


donne dell'anima mia isabel allendeDONNE DELL’ANIMA MIA
Dell’amore impaziente, della lunga vita e delle streghe buone

di Isabel Allende

Editore: Feltrinelli
Anno 1ª edizione: 2020
Traduttrice: Elena Liverani
pagine 176  | ★ ★ ★ ★ ★

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Donne dell’anima mia non è un romanzo, non è un saggio,  strizza l’occhio al memoir ma è più di tutto una chiacchierata informale. Così Isabel Allende descrive il suo nuovo libro, nel quale ci apre le porte del suo cuore facendoci sbirciare tra le pieghe della sua famiglia, della sua vita, delle sue esperienze per spiegare le ragioni del suo femminismo. Fonte d’ispirazione, come lei stessa racconta, è stata sua madre Panchita una giovanissima ed attraente donna abbandonata dal marito (il padre della scrittrice) con tre figli piccoli di cui occuparsi. Povera e sola, Panchita è costretta a chiedere ospitalità ai genitori in Cile, gli stessi che le avevano consigliato di non sposare quell’uomo. Grazie alla sua infanzia, alla figura della madre e di tutte le donne della sua famiglia e non, Isabel Allende sviluppa la sua idiosincrasia nei confronti del machismo. Stanca di vedere le donne della sua vita vittime subalterne inizia a coltivare le sue idee femministe che porterà avanti nella sua lunga carriera prima di giornalista e poi di scrittrice.

Panchita si rivolse a più di un medico per cercare di capire cosa avessi; forse sua figlia soffriva di coliche o aveva il verme solitario. Il mio carattere ostinato e il mio atteggiamento di sfida, che nei miei fratelli venivano apprezzati in quanto tratti fondamentali della mascolinità, in me erano ritenuti patologici. Non succede forse sempre così? Alle bambine viene negato il diritto di arrabbiarsi e di battere i piedi a terra.

Attraverso un lungo excursus dalla sua infanzia fino ai giorni della pandemia di inizio anno, Isabel Allende ci racconta la nascita e la maturazione del suo femminismo, soprattutto in una famiglia – la sua – fortemente patriarcale, dove le sue idee non venivano neppure ascoltate. Determinata e fiera delle sue scelte la scrittrice educa i suoi figli secondo i valori femministi e, attraverso la scrittura e i suoi personaggi, ha sempre mostrato ai lettori le disugaglianze di genere.
Le donne che popolano e animano i suoi romanzi  infatti sono coraggiose, determinate, lottano per l’emancipazione anche a costo di abbandonare la casa e la famiglia. E quando le si chiede qual è il personaggio da lei inventato a cui è più affezzionata, non esita a parlare di Eliza Sommers de La figlia della fortuna:

A metà dell’Ottocento, in piena epoca vittoriana, Eliza Sommers era un’adolescente stretta in un corsetto, prigioniera in casa, con poca istruzione e ancor meno diritti, destinata a sposarsi e ad avere figli, ma abbandonò la sicurezza del focolare domestico e partì dal Cile alla volta della California, in piena febbre dell’oro. Per soprvvivere si vestì da uomo e imparò a cavarsela da sola in un ambiante ipermaschilista fatto di avidità, ambizione e violenza. Dopo aver superato innumerevoli ostacoli e pericoli potè tornare a vestirsi da donna, ma non indossò mai più un corsetto. Aveva conquistato la libertà e non ci avrebbe più rinunciato.

Il femminismo dell’ Allende è tutto in queste parole e non fatico a credere che il personaggio di Eliza sia nato dal contatto con le migliaia di donne che grazie alla sua fondazione ha potuto aiutare ed incontrare.
Fondazione che – come lei stessa ha raccontato nell’intervista – decise di realizzare con i proventi della vendita del romanzo dedicato alla figlia, Paula, e con la quale ogni giorno aiuta e da potere alle donne e i bambini ad alto rischio, soprattutto nelle zone del mondo più povere dove, ancora nel 2020, la nascita di una femmina è vista come una sventura. Le sue donne sono resilienti, coraggiose e combattive. Ed è attraverso l’unione che Isabel Allende riesce ad aiutare materialmente tante donne, ma soprattutto ad insegnarci  quanto “il femminismo è fluido, potente, profondo come un oceano e racchiude l’infinita complessità della vita, si muove ad onde, correnti, maree e talvolta con tempeste furiose. Come l’oceano, il femminismo non rimane in silenzio“, a differenza del patriarcato che è di pietra e dunque immobile.

L’ultima parte del libro è dedicata alla sua vita attuale. La scrittrice infatti è pienamente cosciente di non essere più una giovane donna ma una meravigliosa signora di 78 anni che con grande maturità vive la sua vita e gode dei frutti coltivati in questi lunghi anni. Mai stanca di combattere però mostra quanto radicati siano anche i pregiudizi contro la vecchiaia, un’età in cui si è costretti a rallentare il passo, ad essere meno dinamici ma non per questo inutili. Ecco quindi che attraverso la sua vita e il suo ultimo matrimonio racconta di come anche il suo femminismo sia cambiato, con l’età, con l’esperienza.

Donne dell’anima mia è stato uno straordinario viaggio nella vita di una scrittrice che amo per la sua capacità di trasformare in romanzo la sua vita e di vivere la vita come un romanzo.

Ogni mattina al mio risveglio, dopo aver salutato Paula, Panchita e gli altri spiriti che mi circondano, quando la stanza è ancora immersa nel buio e nel silenzio, richiamo la mia anima, che sta ancora vagando libera nel mondo dei sogni, e ringrazio per tutto quel che ho, specialmente l’amore, la salute e la scrittura. E ringrazio anche per la vita piena e appassionata che ho vissuto e che continuerò a vivere. Non sono pronta a lasciar spegnere la fiamma e spero di non esserlo mai.

4 pensieri riguardo ““DONNE DELL’ANIMA MIA” di Isabel Allende

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