Qualche giorno fa ho aperto il manuale di studio per un concorso e sono andata all’indice. Su 302 pagine dedicate alla letteratura italiana appariva un solo nome femminile. Agli autori del manuale è apparso opportuno ritenere degna di essere annoverata tra i grandi della letteratura solo Elsa Morante.
Provo a mettermi nei loro panni e a pensare che, in un volume che contiene una sintesi di Storia, Geografia, Letteratura e Grammatica tutti insieme, qualche testa doveva inevitabilmente saltare. Ma perchè proprio le donne? E comunque la giustificazione non regge: nei testi scolastici, oggi in uso nelle scuole, la situazione non cambia.
Se si è fortunati accanto alla Morante si può trovare una Grazia Deledda o una Natalie Ginzburg. Ma nulla di più. E’ un dato di fatto l’incredibile penuria di penne femminili.
Eppure le ribelli non sono mai mancate e le scrittrici hanno saputo raccontarle.
Eppure di nomi femminili la nostra letteratura potrebbe esserne lussuosamente imprezziosita. Sibilla Aleramo, Anna Maria Ortese, Annie Vivanti, Luce D’eramo, Maria Messina, Maria Teresa Di Lascia e molte, molte, altre.
Voci di donne che dall’Ottocento ad oggi hanno raccontato la stessa storia dei colleghi uomini ma da un punto di vista vero, limpido, non filtrato.
Hanno raccontato le loro stesse storie.
Valeria Palumbo, l’autrice, scrive con una chiarezza disarmante ” abbiamo scelto le scrittrici: perchè hanno mostrato. E perchè, poi, sono state spesso dimenticate.”
Da questo desiderio si articola l’intero saggio che, con grande, studio e bellissimi approfondimenti affronta vari temi. Si parla di padri/padroni e del potere- spesso violento – esercitato dagli uomini di famiglia (padri, fratelli, mariti, tutori); si affronta il tema del lavoro, dello sfruttamento infantile e della necessità di privare le donne di una qualunque forma di istruzione. E ancora, si affrontano temi come l’amore, il matrimonio – spesso combinato e mai fondato sull’amore sincero – la fedeltà, la maternità, tutti vissuti come gabbie e prigioni dalle quali era difficile uscirne vive e con l’onore intatto.
La verità è che non esisteva alternativa alla ribellione, perchè i confini posti all’intelligenza delle donne sono sempre stati troppo stretti.
Profonde, quanto strazianti, le pagine dedicate al racconto delle vicende delle donne durante gli anni delle guerre. Donne che, rimaste a casa e con gli uomini al fronte, sono state oggetto di violenze di ogni genere da parte di altri uomini.
Un esempio per tutti, le “marocchinate”, le brutali violenze fisiche e sessuali perpetrate dai goumier (soldati di nazionalità marocchina assoldati dall’esercito francese) nel 1944 nella campagna d’Italia, durante la seconda guerra mondiale.
Quando, durante un incontro all’Università, a Sora, chiesi come si poteva sintetizzare l’accaduto, mi fu risposto: «Le donne non hanno parlato, gli uomini non hanno chiesto». Ovvero le donne avevano taciuto gli stupri, gli aborti e perfino gli infanticidi. E gli uomini, per non “doverle” cacciare di casa, in quanto disonorate, non avevano chiesto.
Non per me sola è un saggio che suscita rabbia per la quantità di voci che sono state taciute, ma soprattutto per le numerose storie che sono state da loro raccontate e , negli anni dimenticate. Storie che solo pochi addetti ai lavori probabilmente conoscevano e che per me – che solo negli ultimi tempi mi sto approcciando al tema del femminismo – è stato una scoperta sconvolgente. Perchè non conoscevo queste donne?
Un libro sul quale non smettevo di sottolineare passaggi, citazioni, titoli di libri, leggi aberranti che meno di 40 anni fa erano ancora in vigore e nomi di donne che non conoscevo e che mi riprometto di leggere.
Non per me sola è un saggio che tutti dovremmo leggere.
Nella sue pagine è contenuta la storia di un Italia che fino ad oggi abbiamo letto e studiato solo attraverso lo sguardo maschile.
Una storia che dunque conosciamo a metà.
Esiste anche la versione femminile.
Le scrittrici, narrando il mondo, hanno rovesciato lo sguardo e il racconto.
Raccontare il mondo vuol dire anche cambiare il punto di vista. Forse anche gli archetipi.
NON PER ME SOLA
di Valeria Palumbo
Editore: Laterza
Anno 1ª edizione: 2020
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6 pensieri riguardo ““NON PER ME SOLA” di Valeria Palumbo | Storia delle italiane attraverso i romanzi”