GIORNATA DELLA MEMORIA 2020 | Leggere per non dimenticare

L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria

Primo Levi

Il 27 Gennaio 1945 l’Armata Rossa libera il campo di concentramento di Auschwitz, portando in salvo tutti i sopravvissuti e svelando al mondo le più atroci brutalità perpetrate dal Reich.
La Giornata della Memoria è un’importantissima occasione per non dimenticare una pagina della storia mondiale fra le più oscure e violente; un’occasione per portare nelle scuole(e non solo) la testimonizanza di quei coraggiosi sopravvissuti che hanno avuto la forza di continuare, per anni, a raccontare ciò che hanno visto con i propri occhi, che hanno vissuto e portato tatutato sulla pelle. La maggior parte di questi testimoni, oggi molto anziani, purtroppo non avranno ancora molti anni per portare in giro la loro voce, la loro testimonianza. Fortunatamente molti di loro hanno scritto dei libri lasciandoci, come dei testamenti, un monito su ciò che può accadere quando l’odio e la violenza- in tutte le loro forme – prendono il sopravvento.

Ecco quindi alcuni libri da poter leggere in un giorno così importante perchè, come disse Alberto Angela in una sua superlativa puntata di Ulisse dedicata alla Shoah:

I testimoni sono il vaccino più potente contro le tragedie della storia


la memoria rende liberiLA MEMORIA RENDE LIBERI
di Liliana Segre e Enrico Mentana

BUR Rizzoli ● 225 pag. ● 2015
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Un conto è guardare e un conto è vedere, e io per troppi anni ho guardato senza voler vedere.” Liliana ha otto anni quando, nel 1938, le leggi razziali fasciste si abbattono con violenza su di lei e sulla sua famiglia. Discriminata come “alunna di razza ebraica”, viene espulsa da scuola e a poco a poco il suo mondo si sgretola: diventa “invisibile” agli occhi delle sue amiche, è costretta a nascondersi e a fuggire fino al drammatico arresto sul confine svizzero che aprirà a lei e al suo papà i cancelli di Auschwitz. Dal lager ritornerà sola, ragazzina orfana tra le macerie di una Milano appena uscita dalla guerra, in un Paese che non ha nessuna voglia di ricordare il recente passato né di ascoltarla. Dopo trent’anni di silenzio, una drammatica depressione la costringe a fare i conti con la sua storia e la sua identità ebraica a lungo rimossa. “Scegliere di raccontare è stato come accogliere nella mia vita la delusione che avevo cercato di dimenticare di quella bambina di otto anni espulsa dal suo mondo. E con lei il mio essere ebrea“.
Enrico Mentana raccoglie le memorie di una testimone d’eccezione in un libro crudo e commovente, ripercorrendo la sua infanzia, il rapporto con l’adorato papà Alberto, le persecuzioni razziali, il lager, la vita libera e la gioia ritrovata grazie all’amore del marito Alfredo e ai tre figli.

La mia recensione


tocca l'acqua tocca il ventoTOCCA L’ACQUA, TOCCA IL VENTO
di Amos Oz

Feltrinelli ● 197 pag. ● 1973
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Nel 1939, mentre i tedeschi avanzano in Polonia, Elisha Pomerantz, piccolo orologiaio ebreo con la passione della matematica e della musica, scappa nella foresta, lasciandosi dietro la bella e intelligente moglie Stefa. Stefa non si rende conto del pericolo, ma quando la situazione precipita, si chiude in casa, poi viene travolta anche lei dalla tempesta della guerra. Elisha, dopo aver errato per i boschi europei, arriva prima in Grecia e poi in Israele, dove trova rifugio in un piccolo kibbutz, e silenziosamente si rimette a riparare gli orologi, a cercare la musica nella matematica e la matematica nella musica. Stefa, invece, deportata in Unione Sovietica, è costretta a diventare una spia staliniana. E sognano di rivedersi.
“Tocca l’acqua, tocca il vento” è un romanzo insolito per Amos Oz. Venato di realismo magico, ricco di simboli e di speculazioni filosofiche, a tratti misterioso, con momenti di grande dolcezza, racconta la fuga degli ebrei dallo sterminio europeo.


se questo è un uomo

SE QUESTO è UN UOMO
di Primo Levi

Einaudi ● 214 pag. ● 1947
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Testimonianza sconvolgente sull’inferno dei Lager, libro della dignità e dell’abiezione dell’uomo di fronte allo sterminio di massa, Se questo è un uomo è un capolavoro letterario di una misura, di una compostezza già classiche. È un’analisi fondamentale della composizione e della storia del Lager, ovvero dell’umiliazione, dell’offesa, della degradazione dell’uomo, prima ancora della sua soppressione nello sterminio.

La mia recensione


le assaggiatriciLE ASSAGGIATRICI
di Rossella Pastorino

Feltrinelli ● 285 pag. ● 2018
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La prima volta che entra nella stanza in cui consumerà i prossimi pasti, Rosa Sauer è affamata. “Da anni avevamo fame e paura”, dice. Con lei ci sono altre nove donne di Gross-Partsch, un villaggio vicino alla Tana del Lupo, il quartier generale di Hitler nascosto nella foresta. È l’autunno del ’43, Rosa è appena arrivata da Berlino per sfuggire ai bombardamenti ed è ospite dei suoceri mentre Gregor, suo marito, combatte sul fronte russo. Quando le SS ordinano: “Mangiate”, davanti al piatto traboccante è la fame ad avere la meglio; subito dopo, però, prevale la paura: le assaggiatrici devono restare un’ora sotto osservazione, affinché le guardie si accertino che il cibo da servire al Führer non sia avvelenato. Nell’ambiente chiuso della mensa forzata, fra le giovani donne s’intrecciano alleanze, amicizie e rivalità sotterranee. Per le altre Rosa è la straniera: le è difficile ottenere benevolenza, eppure si sorprende a cercarla. Specialmente con Elfriede, la ragazza che si mostra più ostile, la più carismatica. Poi, nella primavera del ’44, in caserma arriva il tenente Ziegler e instaura un clima di terrore. Mentre su tutti – come una sorta di divinità che non compare mai – incombe il Führer, fra Ziegler e Rosa si crea un legame inaudito.

La mia recensione

 

Il giordino dei finzi continiIL GIARDINO DEI FINZI-CONTINI
di Giorgio Bassani

Mondadori ● 224 pag. ● 1962
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Pochi romanzi italiani del Novecento sono entrati così profondamente nel cuore dei lettori come “Il giardino dei Finzi-Contini”, un libro che è riuscito a unire emozioni private e storia pubblica, convogliandole verso un assoluto coinvolgimento narrativo. Un narratore senza nome ci guida fra i suoi ricordi d’infanzia, nei suoi primi incontri con i figli dei Finzi-Contini, Alberto e Micòl, suoi coetanei resi irraggiungibili da un profondo divario sociale. Ma le leggi razziali, che calano sull’Italia come un nubifragio improvviso, avvicinano i tre giovani rendendo i loro incontri, col crescere dell’età, sempre più frequenti. Teatro di questi incontri, spesso e volentieri, è il vasto, magnifico giardino di casa Finzi-Contini, un luogo che si imbeve di sogni, attese e delusioni. Il protagonista, giorno dopo giorno, si trova sempre più coinvolto in un sentimento di tenero, contrastato amore per Micòl. Ma ormai la storia sta precipitando e un destino infausto sembra aprirsi come un baratro sotto i piedi della famiglia Finzi-Contini.


il diario di anna frankANNE FRANK. DIARIO
di Anne Frank

Einaudi ● 388 pag. ● 1947
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Il Diario di Anne Frank è una testimonianza preziosa non solo perchè a raccontare la fuga, lo smarrimento, la paura, la voglia di salvarsi viene raccontata da una ragazzina, ma soprattutto perchè la narrazione è in prima persona, in tempo reale, la descrizione degli stati d’animo e dell’angoscia che avvolge Anne e la sua famiglia è vividissima. Immaginare la loro sofferenza non  è difficile e proprio per questo è terribile.
Un libro necessario.

La mia recensione


lasciami andare madreLASCIAMI ANDARE, MADRE
di Helga Schneider

Adelphi ● 132 pag. ● 2001
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In una stanza d’albergo di Vienna, alle sei di un piovoso mattino dell’ottobre del 1998, Helga Schneider ricorda quella madre che nel 1941 ha abbandonato due bambini per seguire la sua vocazione e adempiere la sua missione: lavorare come guardiana nei campi – di concentramento, prima, e di sterminio, poi – del Führer. Che cosa spinge Helga, oggi, a incontrare questa vecchia estranea che è sua madre? La curiosità? La speranza che si sia pentita? O qualcosa di più oscuro e inquietante?


la banalità del maleLA BANALITÀ DEL MALE
di Hannah Arendt

Feltrinelli ● 320 pag. ● 1964
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Otto Adolf Eichmann, figlio di Karl Adolf e di Maria Schefferling, catturato in un sobborgo di Buenos Aires la sera dell’11 maggio 1960, trasportato in Israele nove giorni dopo e tradotto dinanzi al Tribunale distrettuale di Gerusalemme l’11 aprile 1961, doveva rispondere di 15 imputazioni. Aveva commesso, in concorso con altri, crimini contro il popolo ebraico e numerosi crimini di guerra sotto il regime nazista. L’autrice assiste al dibattimento in aula e negli articoli scritti per il “New Yorker”, sviscera i problemi morali, politici e giuridici che stanno dietro il caso Eichmann. Il Male che Eichmann incarna appare nella Arendt “banale”, e perciò tanto più terribile, perché i suoi servitori sono grigi burocrati.


jakob il bugiardoJAKOB IL BUGIARDO
di Jurek Becker

Neri Pozza ● 269 pag. ● 1968
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1945. In un piccolo ghetto ebraico della Polonia occupata dalle truppe naziste la vita si trascina tra infiniti stenti. Jakob Heym, proprietario di un caffè chiuso da tempo, si aggira smarrito tra le botteghe abbandonate dagli ebrei che hanno trovato riparo all’estero o non sono riusciti a scampare alla tragica sorte dei campi di sterminio. Un giorno, per non aver rispettato il coprifuoco, si ritrova negli uffici del comando dell’«amministrazione tedesca» dove, in attesa dell’ufficiale di picchetto, gli capita di ascoltare una radio. Tra fatti di scarso rilievo su un quartier generale nazista, lo speaker ad un certo punto annuncia che le truppe tedesche hanno «eroicamente» respinto «l’attacco bolscevico a venti chilometri da Bezanika». Bezanika… un paese non a due passi, ma nemmeno tanto lontano. Come comunicare agli altri una simile notizia? Dire: Rallegratevi fratelli, impazzite di gioia, i russi sono giunti a venti chilometri da Bezanika? E annunciare di aver sentito il tutto al comando nazista, col rischio di passare per una spia? Jakob Heym sceglie un’altra via, la via della menzogna, utile in circostanze in cui non esistono altre strade. «Ho una radio», dice all’amico Mischa annunciandogli la lieta novella dei russi a quattrocento chilometri dal ghetto. La notizia si diffonde in un baleno. Perfino i bambini, nel ghetto, vengono a conoscenza del grande segreto. La gente si presenta da Jakob, dal possessore di radio Heym, per apprendere ogni dettaglio della liberazione in arrivo. E Jakob fa trapelare finti bollettini di guerra, inventa avvenimenti e situazioni incoraggianti, perché la speranza rinasca e il ghetto si rianimi.
Pubblicato per la prima volta nel 1968, e da allora una delle opere più imporranti sulla Shoah, oggetto anche di una fortunata trasposizione cinernarografica con Robin Williams nei panni di Heym.


la lista di schindlerLA LISTA DI SCHINDLER
dit Thomas Keneally

Frassinelli ● 406 pag. ● 1982
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Che cosa significava finire nella “lista di Schindler”? Chi era in realtà Oskar Schindler, giovane industriale tedesco cattolico e corteggiatore di belle donne? Basandosi anche sulle testimonianze di quanti lo conobbero, Keneally ricostruisce la vita straordinaria di questo personaggio ambiguo e contraddittorio. Ritenuto da molti un collaborazionista, Schindler sottrasse uomini, donne e bambini ebrei allo sterminio nazista, trasferendoli dai lager ai suoi campi di lavoro in Polonia e in Cecoslovacchia, dove si produceva materiale bellico. Così, fornendo armi al governo tedesco e versando enormi somme di denaro, Schindler salvò migliaia di persone. Resta però un mistero il motivo che lo spinse a intrprendere quella sua personale lotta al nazismo.


Ormai era primavera e, nonostante la cattiveria degli uomini, la natura era rifiorita. Dentro era grigio – le facce, le baracche, le divise -, ma oltre i reticolati vedevamo gli alberi, i prati verdi. Noi diamo sempre tutto per scontato, e per questo chiedo ai giovani di soffermarsi un momento sulla bellezza della natura, che a dispetto di tutto quello che succede nel mondo non smette mai di esserci.

Liliana Segre

2 pensieri riguardo “GIORNATA DELLA MEMORIA 2020 | Leggere per non dimenticare

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