“LEGGERE LOLITA A TEHERAN” di Azar Nafisi | GdL recensione

Nell’autunno del 1995, dopo aver dato le dimissioni dal mio incarico accademico, decidi di farmi un regalo e realizzare un sogno. Chiesi alle sette migliori studentesse che avevo di venire a casa mia il giovedì mattina per parlare di letteratura. Erano tutte ragazze, dato che, per quanto si discutesse di innocui romanzi, insegnare a una classe mista in casa propria sarebbe stato troppo rischioso.

Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi è stato il libro di Febbraio e Marzo del nostro gruppo di lettura, LiberTiAmo.
Pubblicato per la prima volta nel 2004, il libro ha uno splendido sottotitolo che chiarisce molto bene quale sia l’intento della scrittrice. Azar Nafisi racconta infatti la sua esperienza di docente universitaria in una Teheran sconvolta da cambiamenti politici, rivoluzioni religiose e guerre sanguinarie. Il romanzo, dunque, è un lungo racconto della sua esperienza negli ultimi anni trascorsi nella città. Anni durante i quali fu allontanata dall’Università Tabatabai a causa della sua formazione e mentalità molto occidentale. Allontanamento che la Nafisi sfrutta per mettere in piedi un piccolo circolo letterario composto da sette ragazze, le sue allieve migliori.


leggere lolita a teheranLEGGERE LOLITA A TEHERAN
di Azar Nafisi

Editore: Adelphi
Anno 1ª edizione: 2004
Titolo originale: Reading Lolita in Tehran:
A Memoir in Books

379 pagine

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Voto
★ ★ ★  ☆ ☆ 


Argomento principale delle loro riunioni settimanali sono i libri, ed in particolare: Lolita, Il grande Gatsby, James e la Austen dai quali prendono il nome i quattro capitoli in cui il libro è suddiviso. La scrittrice sceglie di trattare questi autori e i loro romanzi perchè banditi dal regime e di difficile reperibilità nella città. Ciò che sconvolge è la consapevolezza che quello che leggiamo non è frutto di fantasia, perchè questo non è solo un romanzo, ma il racconto di una parte importante della vita della scrittrice.

Se oggi voglio scrivere di Nabokov, è per celebrare la nostra letteratura di Nabokov a Teheran, contro tutto e contro tutti. Dei suoi romanzi scelgo quello che ho insegnato per ultimo, e che è legato a così tanti ricordi. È di Lolita che voglio scrivere, ma ormai mi riesce impossibile farlo senza raccontare anche di Teheran. Questa, dunque, è la storia di Lolita a Teheran, di come Lolita abbia dato un diverso colore alla città, e di come Teheran ci abbia aiutare a ridefinire il romanzo di Nabokov e a trasformarlo in un altro Lolita: il nostro.

Il memoir è dunque il racconto di quegli incontri in cui le ragazze finiscono inevitabilmente per legare la letteratura alla loro vita privata così contaminata dalla religione e dalla politica. Gli incontri sono anche l’occasione per spoglarsi non solo del velo che sono costrette ad indossare, ma anche delle loro paure, delle violenze domestiche e delle ingiustizie subite dal governo. Il salotto di Azar Nafisi diventa quindi il luogo del cuore, dove le ragazze possono raccontarsi anche i desideri, le speranze e i primi amori sui quali la scrittrice cala la fatidica domanda “siete innamorati?”. Eh si, perchè a Teheran non era permesso innamorarsi, figuriamoci sposare qualcuno per amore. I matrimoni infatti, erano – e sono –  frutto di convenienze e terribilmente combimbinati. E allora quella domanda le mette in difficoltà diventando spesso l’occasione per unire mondo esterno e mondo interno. Le loro vite si mescolano a quelle di Elizabeth e Darcy, a Gatsby e Daisy.

Il fatto di essere in grado di passare con facilità dalle battute alla seria discussione di un romanzo era un segno del grado di intimità al quale eravamo arrivate. Anche se riuscivamo a divertirci con tutti gli scrittori, Jane Austen era veramente il massimo. A volte ci lasciavamo proprio andare, ridevamo come bambine, facevamo commenti maliziosi, insomma ce la spassavamo. Del resto, come si fa a leggere i primi paragrafi di Orgoglio e Pregiudizio senza rendersi conto che era proprio quello che la Austen chiedeva ai lettori?

Leggere Lolita a Teheran è stata una lettura intensa e non senza difficoltà. Il romanzo non è a mio parere di facile lettura perchè presuppone la conoscenza degli autori trattati e dei romanzi citati. La lettura è molto scorrevole e lo stile è indubbiamente coinvolgente, per questo si lascia leggere facilmente ma, per quanto riguarda la mia personale esperienza di lettura, una maggiore conoscenza degli autori mi avrebbe permesso un pieno godimento del romanzo. Ciò non mi ha impedito però di apprezzarlo molto, soprattutto per quel costante parallelismo tra letteratura orientale ed occidentale, tra letteratura e regime islamico.

Ho lasciato l’Iran, ma l’Iran non ha lasciato me.

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6 pensieri riguardo ““LEGGERE LOLITA A TEHERAN” di Azar Nafisi | GdL recensione

  1. Secondo me, invece, l’autrice è molto brava a spiegare le opere che cita e a far seguire a chi legge il filo dei ragionamenti e dei riferimenti alla vita reale. Mi ha fatto solo venire voglia di leggere di più! 🙂

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    1. Si, infatti non si ha la sensazione di smarrimento e la voglia di saltare quelle parti. Però personalmente quando parlava di opere che non conoscevo sentivo che non stavo comprendendo in toto quello che la scrittrice voleva dire. Però appunto è stata una mia sensazione.

      Piace a 1 persona

      1. Però per me c’è il rischio che, sapendone di più, avresti rischiato di annoiarti, perché alla fine non è che Nafisi dia interpretazioni innovative delle varie opere…

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