Era una notte incantevole, una di quelle notti che ci sono se si è giovani, gentile lettore. Il cielo era stellato, sfavillante, tanto che, dopo averlo contemplato, ci si chiedeva involontariamente se sotto un cielo così potessero vivere uomini irascibili ed irosi
Il romanzo si divide in quattro parti, uno per ogni giorno in cui si svoge l’incontro tra il protagonista e Nasten’ka, giovane donna orfana di entrambi i genitori e affidata alle cure di una nonna cieca e dispotica. L’anziana signora, per non farla fuggire e per poterla meglio controllare, decide di cucire i suoi vestiti a quelli della nipote. Esasperata dalle condizioni in cui la nonna la costringe a vivere Nasten’ka esce per una passeggiata e in un momento di abbandono, in cui il suo malessere si manifesta sotto forma di lacrime, incontra il sognatore.
Io non sono capace di tacere quando in me parla il cuore
Inizia così un’amicizia forte e intima tra i due che però nel protagonista sfocia, inevitabilmente, in un sentimento più profondo. Durante i loro incontri, infatti, le parole sono fiumi e nell’arco di soli quattro giorni riescono a raccontarsi le loro vite, il loro passato e ciò che desiderano dal futuro. E’ durante queste lunghe conversazioni che il protagonista racconta della sua incapacità di vivere, di creare legami con le altre persone, di amare liberamente senza perdersi dentro i suoi pensieri e le sue fantasie. Il suo è un mondo di castelli d’aria, di diafana consistenza, che crollano miserabilmente quando incontra la ragazza. Lei è il muro contro cui si infrangono le sue fantasie, i suoi vaneggiamenti, le sue inquietudini e le sue illusioni. Lei è il suo alter ego reale, le sofferenze della ragazza – a differenza delle sue – sono quotidiane e concrete: il dispotismo della nonna da un lato e l’amore per un uomo che le ha promesso di tornare entro un anno e di sposarla.
Non voglio ovviamenti rivelarvi il finale e/o come si sviluppano gli eventi ma, il romanzo, è destinato a concludersi proprio come un sogno, riportando il sognatore alla realtà. Quale realtà sia è difficile a dirsi perchè, in fondo, è una realtà costruita nella sua testa con una visione personalissima e dai contorni indefiniti.
E invano il sognatore fruga, come in mezzo alla cenere, tra i suoi vecchi sogni, cercando in questa cenere almeno un pezzetto di brace per soffiarci sopra e riscaldare con la fiamma nuovamente divampata il cuore raggelato facendo rinascere in esso tutto ciò che prima v’era di tanto dolce, che toccava l’anima, che faceva ardere il sangue, che strappava lacrime dagli occhi e che ingannava tanto sontuosamente!
Non dico che sia un brutto libro anzi in alcune parti è molto poetico ma non mi ha lasciato senza fiato come mi aspettavo; non ho trovato tra le pagine quell’intensità che è alla base di tutte le recensioni e i pareri positivi che ho letto e sentito.
Una cosa però ho apprezzata davvero tanto del romanzo: lo stile semplice ed evocativo con cui la vicenda viene raccontata. E’ il cuore di entrambi i personaggi a parlare, non ci sono filtri, non c’è paura di apparire diversi da quello che si è, non hanno paura di mettersi a nudo raccontando le proprie difficoltà e i propri sogni…chi lo farebbe con un estraneo?
Io sono un sognatore; ho vissuto così poco la vita che attimi come questi non possono ripeterli nei sogni. Vi sognerò tutta la notte, per tutta la settimana, per tutto l’anno.
Bellissimo amo dostoevskij alla follia. Mi dispiaccia non ti sia piaciuto, prova a leggere anna karenina di tolstoj fidati ne vale la pena. Se ti va passa dal mio blog mi farebbe paicere
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Ciao Petra si dispiace anche a me, ero sicura mi sarebbe piaciuto. Anna Karenina mi spaventa un pò per la mole…vedremo. Grazie per il consiglio 💙
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se ti va passa a dare un occhio al mio blog mi farebbe piacere
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Le notti bianche è un sogno agrodolce, un refolo di vento che ti sfiora e se ne va 🙂
Io ci son particolarmente affezionato perché
1 mi ritrovo nel protagonista
2 ho vissuto una cosa paragonabile
In altri romanzi c’e l’attrazione subitanea
Qui, quello che li accomuna, che li avvicina, è la sofferenza
Quindi “una qualunque” non andava bene, serviva una in quella situazione per far nascere la cosa
Come mai lo accosti Madame Bovary?
A memoria, letti qualche anno fa, non ricordo particolari similitudini tra i due
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L’ho associato a Madame Bovary per lo stesso tipo di sensazioni che mi ha suscitato. Così come non ho amato il personaggio della signora Bovary così non ho amato quello del sognatore. Hanno poco carattere, anche se il sognatore in qualche modo tenta di appropriarsi di una realtà concreta.
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Capisco
grazie per l’approfondimento 🙂
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