recensione‖ IL RACCONTO DELL’ANCELLA ∼ M. Atwood

Non è una storia che sto raccontando.

È anche una storia che ripeto nella mia testa.

Non la scrivo perché non ho nulla con cui scrivere e lo scrivere è comunque proibito. Ma se è una storia, anche solo nella mia testa, dovrò pur raccontarla a qualcuno. Non racconti una storia solo a te stesso. C’è sempre qualcun altro.

Anche quando non c’è nessuno.

Una storia è come una lettera.

Il racconto dell’ancella è stato il libro di Novembre – e parte di Dicembre – del gruppo di lettura LiberTiAmo. Si tratta di un distopico pubblicato per la prima volta nel 1985 e tornato in auge negli ultimi mesi grazie alla serie televisiva a cui è ispirato. Per l’occasione il romanzo è stato ristampato – dalla stessa casa editrice – con una nuova copertina, riscuotendo un grande successo.
Sono felice che il gruppo abbia scelto questo romanzo, concedendomi così l’opportunità di leggere finalmente un libro di Margaret Atwood.
Il romanzo si sviluppa intorno ad un’unica voce, quella della protagonista Difred, che racconta la sua vita da Ancella in un mondo devastato dalle radiazioni atomiche. In un America post apocalittica la società cambia forma di organizzazione sociale e politica assumendo connotati molto simili ad una dittatura in cui, a subirne i danni maggiori, sono le donne. Una delle maggiori conseguenze dovuto all’inquinamento radioattivo è il calo delle nascite che spinge il Governo a strumentalizzare le poche donne fertili per preservare e rimpolpare la specie. Queste donne sono infatti le Ancelle, che vengono educate alla sottomisione e costrette ad indossare una lunga tunica rossa ed un cappello con delle alette laterali,limitando la loro visuale del mondo.
In questa società le Ancelle vengono affidate ad un Comandante e alla moglie, con lo scopo di poter dare a questi una discendenza. Da qui si comprende anche il nome di Difred, letteralmente = di Fred, cioè del comandante Fred.


il racconto dell'ancellaIL RACCONTO DELL’ANCELLA
di Margaret Atwood

Editore: Ponte alle grazie
Anno 1ª edizione: 2017
Titolo originale: The handmaid’s tale
398 pagine

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Voto
★★★★★

 


Noi eravamo la gente di cui non si parlava nei giornali. Vivevamo nei vuoti spazi bianchi ai margini dei fogli e questo ci dava più libertà. Vivevamo negli interstizi tra le storie altrui.


La trama de Il racconto dell’ancella è sostanzialmente questa, molto semplice e spesso ridondante per la calma routine che cadenza gli avvenimenti. Difred ci racconta, alternando passato e presente, la sua vita, la sua storia, sua figlia, ma soprattutto la sua condizione di donna. Racconta con sconcerto il giorno in cui la società ha deciso di annullare la figura della donna alla quale non era più permesso lavorare, possedere un conto bancario e avere una propria famiglia. Nella sua calma sottomissione al comandante la protagonista racconta a sua figlia – che spera sia ancora viva – il suo dolore, la sua perdita, l‘ansia di vivere in una società in cui fidarsi di qualcuno è rischioso.

Il romanzo è stato sempre associato al femminismo, un romanzo che vuole aprire gli occhi dei lettori sulla condizione delle donne. Sebbene il romanzo si proietti in un ipotetico futuro, quello descritto dalla Atwood è un mondo che per certi versi somiglia a qualcosa che abbiamo già visto, basti pensare che il romanzo nasce nell’atmosfera della guerra fredda, quando negli occhi e nel cuore della scrittrice – e del mondo intero – erano ancora vive le brutture della guerra, dei campi di concentramento e dell’annientamento umano. Questo spiega perchè gran parte di quello che leggiamo non ci è del tutto estraneo e non si fatica ad immaginarlo.
Ciò che si nota durante la narrazione, inoltre, è la mancanza di solidarietà tra le donne, un pò perchè serpeggia il sospetto che l’altra sia una spia e che gli Occhi – le guardie – possano arrivare da un momento all’altro e spedirle nelle colonie radiottive dove moriranno, un pò perchè ognuna di loro, nella propria posizione, esercita un certo potere sull’altra e questo le rende potenti. Infatti sebbene prive di qualisiasi potere, le donne, sono quelle da teme maggiormente. Si veda le Zie, le Marte o le Mogli dei Comandanti. Autoritarie e senza scupoli. Eppure, eccezion fatta per le più devote al regime, tutte ricordano con malinconia il tempo che fu… .
Difred infatti riesce a vivere e a non lasciarsi andare, facendo suo il motto che la mette in guardia dal non farsi schiacciare dai bastardi, aspettando e sperando che il mondo cambi e torni ad essere quello che era.

Nolite te bastardes carborundorum

Sullo stile della Atwood credo non ci sia molto da dire, se non che nella sua chiara linearità riesce a raccontare una storia dai temi forti e sempre attuali. Mi è piaciuto molto il modo in cui ha affrontato il decadimento sociale e umano di questa ipotetica Repubblica di Gilead. Non ci sono colpi di scena, svolte impreviste, tutto si sviluppa in maniera costante, pulito e lineare quasi con l’intento di lasciare al lettore la possibiltà di decidere da solo da quali sentimenti farsi trasportare.

8 pensieri riguardo “recensione‖ IL RACCONTO DELL’ANCELLA ∼ M. Atwood

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