” L’AMANTE GIAPPONESE ” di Isabel Allende | recensione

l'amante giapponese isabel allende recensione

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L’ AMANTE GIAPPONESE
di Isabel Allende

Editore: Feltrinelli
Anno 1ª edizione: 2015
281 pagine

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Voto
★★★★★

 

 

 La felicità non è esuberante nè chiassosa, come il piacere o l’allegria. E’ silenziosa, tranquilla, dolce, è uno stato intimo di soddisfazione che inizia dal voler bene a se stessi.

La mia passione per Isabel Allende è nata quando, su una bancarella di libri usati, mi è capitato tra le mani La casa degli spiriti che ho amato alla follia e che mi ha iniziato al magico mondo dell’Allende e alla sua scrittura. Motivo per il quale quando quest’estate la Feltrinelli ha messo in offerta 2 libri a 9.90 € non ho avuto dubbi e L’amante giapponese è finito nella mia libreria.

 

• TRAMA •

Alma Belasco, affascinante pluriottantenne, colta e facoltosa, decide di trascorrere gli ultimi anni della sua vita a Lark house, una residenza per anziani nei pressi di San Francisco. In questa struttura, popolata da affascinanti e bizzarri anziani di diversa estrazione sociale, stringe amicizia con Irina, giovane infermiera moldava, di cui presto si innamorerà il nipote Seth Belasco. Ed è ai due giovani che Alma inizierà a raccontare la sua vita, in particolare la sua grande storia d’amore clandestina, quella con il giapponese Ichi, figlio del giardiniere dell’aristocratica dimora in cui ha vissuto, nonché compagno di giochi sin dalla più tenera infanzia. Sullo sfondo di un paese attraversato dalla seconda guerra mondiale, con le taglienti immagini di una storia minore – quella dei giapponesi deportati nei campi di concentramento -, si snoda un amore fatto di tempi sbagliati, orgoglio malcelato e ferite da curare, ma al tempo stesso indistruttibile, che trascende ogni difficoltà e vive in eterno nel cuore e nei ricordi degli amanti.

Ultimo romanzo in ordine cronologico della scrittrice, L’amante giapponese racconta attraverso gli occhi di Irina Bazili, giovane ragazza dell’Est che per fuggire ad un oscuro passato accetta di lavorare a Lark House,

Lark House, fondata a metà del Novecento per ospitare dignitosamente anziani non abbienti, aveva  attratto fin dall’inizio, per ragioni sconosciute, intellettuali progressisti, alternativi convinti e artisti di scarso successo. Con il tempo, per diversi aspetti cambiò, pur continuando a riscuotere rette proporzionate al reddito di ogni residente allo scopo di favorire, in teoria, una qualche diversità economica e razziale.

la storia d’amore tra Alma Belasco, una donna colta e sofisticata e Ichimei Fukunda, il giardiniere saggio ed intelligente, l’amante giapponese.
Un amore forte, intenso ma al quale Alma non riesce ad abbandonarsi preferendo le solide sicurezze offerte dal cugino Nathaniel.

A otto anni si era innamorata di Ichimei con l’intensità degli amori dell’infanzia e di Nathaniel con l’amore sereno della vecchiaia. Nel suo cuore entrambi ricoprivano funzioni diverse ed erano ugualmente indispensabili;era certa che senza Ichimei e senza Nathaniel non sarebbe sopravvissuta. Aveva amato Ichimei con veemenza, aveva bisogno di vederlo in ogni momento, di sgattaiolare via con lui nel giardino di Sea Cliff, che si estendeva fino alla spiaggia, pieno di stupendi nascondigli in cui scoprire insieme il linguaggio infallibile delle carezze.
Con Nathaniel, invece, non le sarebbe mai venuto in mente di appartarsi in giardino. Lo amava gelosamente e credeva di conoscerlo come nessun altro, avevano dormito mano nella mano durante le notti in cui lui la tirava fuori dall’armadio, era il suo confidente, il suo amico intimo.

Sebbene la storia d’amore costitutisce l’elemento centrale di tutta la narrazione, intorno ad esso però ruotano e si intrecciano – inevitabilmente – altre storie rendendo il libro un romanzo corale. Ogni personaggio si ritroverà ed essere protagonista di una storia che supera i confini del passato e del presente.
La giovane Irina, assunta da Alma come segretaria personale, si accorge delle lunghe assenze della sua padrona e ciò che la incuriosisce è la felicità che traspare dagli occhi di Alma quando finalmente ritorna. Irina comprende subito che quella felicità è legata a l’uomo ritratto nell’unica fotografia che arreda il piccolo appartamento di Alma a Lark House. Grazie anche all’aiuto di Seth – nipote di Alma – e alla decisione di rimettere ordine tra le sue foto, l’anziana donna inizia a raccontare la sua vita, i suoi amori, i suoi dolori, le sue scelte e le sue rinuncie. Ciò che ne viene fuori è una seconda vita, misteriosa e tenuta sempre segreta.
A fare da sfondo a questa vita così ricca c’è anche la Storia, quella che spesso leggiamo nei libri a scuola. Alma ed Ichmei subiscono infatti la condanna di non potersi vedere a seguito della deportazione dei giapponesi residenti negli Stati Uniti durante il conflitto mondiale e – inevitabilmente – subiscono la differenza culturale che in quegli anni non gli permise di vivere il loro amore alla luce del sole.
Irina e Seth, a loro volta, subiscono il fascino di un amore che ha abbatuto le mura del tempo superando una lunga e dolorosa separazione per poi trovare, nella vecchiaia, l’epilogo felice. Grazie ad Alma scoprono essi stessi di essere innamorati ma in un vortice di corsi e ricorsi storici dovranno combattere con il pesante passato di Irina.

Il romanzo è un insieme di tante cose che si accumulano nello stomaco e ti coinvolgono emotivamente. Rimanere estraneo ed oggettivo alle vite di tutti i personaggi è pressochè impossibile. I temi trattati sono tanti – alcuni già indicati – e per quanto importanti, si veda la vecchiaia o la vita in un campo di internamento, l’autrice usa quella delicatezza che la contraddistingue, raccontando con soavità e lucida concretezza una storia nella Storia.
L’amante giapponese è un romanzo rosa in tutto e per tutto ma non ho dubbi nel credere che possa piacere anche a chi non ama questo genere.

Ci sono passioni che divampano come incendi fino a quando il destino non le soffoca con una zampata, ma anche in questi casi rimangono braci calde pronte ad ardere nuovamente non appena ritrovano l’ossigeno.

Voi l’avete letto? Cosa vi piace dell’Allende?

 

Buona Lettura,

Tiziana

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